Benvenuti nel sito ufficiale dell'A.P.S. ArcheoTibur di Tivoli (RM).NUOVO ANNALES VOL. III ANNO IV DISPONIBILE

Tracce di storia inaspettate.

a cura di Dott. Giovanni di Braccio, Christian Doddi.

Le strade e le mura delle nostre città e di Tivoli, in particolare, possono essere ricche di tracce storiche tanto inaspettate quanto sorprendenti.
Talvolta, può capitare di osservare, lungo le mura della Tivoli Medioevale capitelli, resti di statue od altri elementi architettonici di epoche più remote (per la maggior parte di epoca romana) : si tratta, per lo più, di elementi macroscopici, ben individuabili anche da occhi inesperti e che sono stati riutilizzati nel corso del tempo nella realizzazione delle mura, delle case, dei ponti della nostra città.

In altri casi, invece, si tratta di tracce meno evidenti che sanno raccontare storie soprendenti solo a coloro che abbiano un occhio allenato a saperle individuare e leggerle.
E' questo il caso di una caditoia, un semplice "tombino", che si trova in Via della Missione a Tivoli : un elemento che al passante distratto non dice molto ma che ad occhi più esperti cela una ricca storia che vi vogliamo raccontare.

Foto di Giovanni Di Braccio.

Lungo Via della Missione, al civico 13, si trova una caditoia che ha attirato la nostra attenzione :si tratta di un "tombino" in ghisa grigia, detta anche "lamellata"(prodotta con la fusione di rottami di ghisa e acciaio con l'aggiunta di elementi grafizzanti) al centro della carreggiata, coperto parzialmente da strati di manto stradale e asfalto a secco che sembra quasi incorniciarlo degradandolo ancor di più.
La particolarità è il suo stemma o gagliardetto ad alto rilievo, posto al centro del chiusino, che riproduce il "fascio littorio" affiancato dall'ascia : chiari simboli del ventennio fascista, incorniciati da un piccolo scudetto. Non sono rinvenibili altri analoghi esemplari lungo le strade di Tivoli e quindi lo abbiamo indicato come un ultimo "reduce" testimone diretto di un periodo della storia della nostra città.

Dettaglio della caditoia (foto di Giovanni Di Braccio).

Purtroppo non è rilevabile il produttore nè il luogo di fabbricazione, pur tuttavia sono attestati degli esemplari simili a Roma seppure con lievi differenze stilistiche relative appunto al nome del produttore e al luogo di produzione.


Un tombino in ghisa a Roma.

CURIOSITA'

Nell'Italia “proletaria e fascista” (citazione di Benito Mussolini) si assistette al proliferare, in tutta Italia, di nuove condotte idriche e di una rete fognaria che servivano a rendere il paese, all'epoca molto arretrato rispetto alle altre potenze coloniali europee, più moderno, efficiente e sviluppato anche per la sussistenza idrica (carente ormai dalla caduta dell'Impero romano) urbana ed interurbana.

Questo accadde anche a Tivoli, testimoniato per l'appunto dell'ultimo tombino “reduce” di quel periodo storico.

Nel periodo fascista la maggior parte dei tombini destinati alla rete fognaria dell' Italia centrale e settentrionale furono prodotti dalla "Fonderia delle Curie di Firenze", attiva già nell'800. In particolare, il Regime, volle ribattezzare la fonderia come "Fonderia delle Curie di Firenze Giovanni Berta" con la chiara intenzione di onorare la proprietà.
Il Berta, come il segretario dei fasci tiburtini, Guglielmo Veroli (morto nel 1921) fu ucciso da acuni militanti del partito comunista, gettato dal ponte Sospeso (oggi ponte della Vittoria) a Firenze, mentre il Veroli in prossimità di piazza Santa Croce (vicino al circolo del Partito Comunista italiano) nella nostra cittadina di Tivoli.