Benvenuti nel sito ufficiale dell'A.P.S. ArcheoTibur di Tivoli (RM).NUOVO ANNALES VOL. III ANNO IV DISPONIBILE

Plancina

A cura del dott. Giovanni Di Braccio.


Cosiddetto affresco della “Donna che versa profumi in
una boccetta”, da Villa romana della Farnesina,
ora custodito al Museo Nazionale Romano di Palazzo
 Massimo alle Terme, I secolo a.C.

Munazia Plancina fu una fra le donne di potere più malvagiamente descritte che la Storia di Roma abbia mai conosciuto: spregiudicata, manipolatrice, lussuriosa e ingiuriosa, Non è del tutto chiaro se fosse la figlia o nipote del celeberrimo Lucio Munazio Planco, eroicamente lodato ed onorato per le sue imprese e le sue opere, o la sorella di quel Planco che riportò anche lui la nomenclatura del padre(*1) console nell'anno 714  (*2) dalla fondazione dell'Urbe. Tuttavia visto il nome e l'epoca in cui visse (*3) gli si può attribuire, con scarso margine d'errore, la familiarità con il Console del 42 a.C.(*4). 


Agrippina Maior, busto in marmo bianco, idealizzato su di un modello
 ellenico della Dea Aphrodite risalente al IV secolo a.C; Musée
du Louvre, Francia, I secolo d.C.


Livia Drusilla, busto in marmo bianco.

Munazia dunque era una donna di nobili “natali” appartenente ad uno dei più alti patriziati dell'epoca, ricca e molto ambita da numerosi pretendenti, sia per il suo patrimonio che per la sua bellezza incantatrice. Divenne la seconda moglie di Gneo Calpurnio Pisone, ex console (*5) con il quale ebbe una figlia femmina, morta prematuramente, e due maschi ricordati con i nomi di Cneo (*6) e Marco Capurnio Pisone. Le fonti (*7) narrano di come Pisone, di natura violento e spregiudicato, traeva forza ed orgoglio dalla Nobilitas e dagli ingenti capitali appartenuti a questa matrona tanto che a fatica cedeva il passo perfino all'Imperatore Tiberio, guardando tuttavia con disprezzo i figli di lui (*8) quasi fossero molto inferiori a sé e alla sua famiglia. Tuttavia Pisone aveva da parte sua grande familiarità e profonda amicizia con l'austera Livia Drusilla o Iulia Augusta (*9) moglie influente del Primo Imperatore di Roma (*10) e madre, nonchè prima consigliera, del Principes (*11) Tiberio, nuovo padrone del Mondo Romano. L'affezione amicale tra le due donne di potere era accomunata sopratutto dall'odio e dagli eccessi di gelosia verso la nipote di Augusto (*12), sposa illustre ed eccellente di Germanico pronipote di Marco Antonio e nipote di Ottaviano, i grandi rivali delle guerre civili post-cesariane.

Questo profondo e malsano odio porterà Plancina a seguire il marito, nominato legato di Siria (*13) tra il 18 e il 19 d.C., essenzialmente con lo scopo di sminuire, ingiuriare ed infangare i nipoti del Divo Augusto (*14) e cercando di corrompere anche alcuni legionari, mentre le maldicenze a Roma affermavano che queste intriganti macchinazioni avvenivano con l'approvazione dello stesso Tiberio, anche se non in maniera palese e pubblica.
Plancina, come la sua rivale (*15), contro ogni consuetudine romana, assisteva in Siria alle esercitazioni della cavalleria romana e alle manovre di addestramento delle coorti di fanteria stando sempre al fianco del marito, lodando ed osannando le gesta del nuovo legato imperiale.
La situazione precipitò velocemente a causa della discesa in campo di Germanico nell'Oriente romano, con la nomina all'Imperium Proconsulare Maius datagli da Tiberio a causa delle dispute regali del Regno vassallo di Cappadocia, confinante con le provincie romane.

Germanico, busto in marmo bianco, Museo Nazionale
 Romano  di Palazzo Massimo alle Terme, prima metà
 del I secolo dell'era cristiana.

I due uomini di potere (*16) aizzati soprattutto dalle consorti, entrarono spesso in rotta di collisione tanto che nella città greca di Cirro (*17) incontratisi i due eserciti, nei quartieri invernali, i militari iniziarono a lanciare varie accuse contro Pisone e la moglie, accusati di ingiuriare palesemente la coppia imperiale. Queste serie di fatti portò il legato a scusarsi di persona con Germanico, seppur rimanendo convinto, privatamente, delle bontà delle sue malefatte.
Alla fine dell'estate del 19, Pisone decise di annullare tutti i provvedimenti, positivi e costruttivi, che il giovane figliastro imperiale (*18) aveva preso in Siria e presso le province d'Oriente, creando ancor di più profondo dissidio tra i due tanto che Pisone, con la consorte, al preannunciato arrivo di Germanico, infastiditi, decisero di lasciare la Provincia e far ritorno a Roma, lagnandosi poi davanti all'Imperatore.
Tuttavia poco dopo la partenza il figlio adottivo di Tiberio, ad Antiochia (*19) cadde gravemente malato, confessando alla moglie la propria convinzione di essere stato avvelenato da Plancina rivolgendo la sua ultima preghiera affinchè la sua morte venisse vendicata: 

“Se io morissi di morte naturale, sarebbe legittimo il mio dolore anche contro gli Dei, che con morte prematura mi strapperebbero nel fiore della giovinezza, ai genitori ai figli alla patria: ora tolto di mezzo dalla scelleratezza di Pisone e Plancina io affido le mie ultime preghiere”.

La storia, dopo 2000 anni esatti dal decesso del figlio di Druso Maior (*20), non ha ancora chiarito con certezza la causa del  prematuro decesso. Tuttavia sin da subito si accusò Pisone e Plancina di aver avvelenato il proconsole e il primo accusatore fu Germanico stesso in punto di morte, come riportato sopra, ipotesi suffragata anche da Agrippina e dai suoi clienti e partigiani.
Immediatamente, sotto la forte spinta dell'opinione pubblica romana che osannava e amava il novello “Alessandro Magno italico”, si organizzò un'inchiesta da parte del nuovo Legato della Siria, Cneo Senzio Saturnino (*21).
Fu arrestata, e fatta trasferire a Roma per il processo, una fattucchiera di nome Martina, che aveva in Siria l'orribile fama di avvelenatrice e che era stata vista a più riprese nella casa dei Pisoni ed alcuni affermavano essere diventata una grande amica di Plancina stessa.
Tuttavia l'arte degli avvelenamenti dei regnanti o gli uomini di potere è una pratica molto antica, in molti ne fecero uso per eliminare i rivali al trono: divenne un una vera e propria arma propria di chi agisce nell'ombra e vuole nascondere ogni coinvolgimento e responsabilità. 
Con il tempo si arrivò a dei raffinati e sofisticati sistemi di avvelenamento: vanno menzionate le macchinazioni velenifere per eliminare Re Mitridate Eupatore Dioniso (*22) o la morte celebre dell'ultima Regina della dinastia Macedone (*23) d'Egitto, Cleopatra Tea Neotera Filopatore conosciuta come Cleopatra VII (*24),  l'amante di Giulio Cesare prima e Marco Antonio poi.


"La Morte di Cleopatra", olio su tela, R. Arthur, 1892, Londra, Roy Miles Gallery.

Mitridate VI Re del Ponto ritratto nelle vesti di Eracle
 con indosso la Leontè, busto in marmo bianco, Roma, I secolo dell
'era cristiana;  Musée du Louvre, Francia

Pur tuttavia a Roma era molto diffusa la suddetta disciplina mortifera spesso associata alla negromanzia, alle maledizioni su tavolette metalliche dette tabellae defixionum e a delle vere e proprie statuette vodoo ante litteram molto spesso usate per questi riti; un esempio eccellente è costituito dal Santuario romano sacro all'ancestrale e inquietante divinità Anna Perenna (*25), che ha portato alla luce centinaia e centinaia di questi oggetti deposti in una fonte rituale detta  favissa.


Santuario di Anna Perenna, bambola rituale in terracotta e ara in marmo bianco.

Quando a Roma si sparse la notizia della malattia e morte di Germanico ogni particolare fu ingrandito dal popolo, ci furono grida di dolore e pianti, recriminazioni, strepiti e lamenti.
Da subito si puntò il dito sui segreti colloqui avuti tra Livia e Pisone  per togliere di mezzo il Proconsole. 

Il tutto fu notevolmente accentuato dall'atteggiamento dei Pisoni che, di ritorno dall'Oriente  approdarono nelle vicinanze della Tomba dei Cesari (*26) in un ora del giorno in cui le rive del fiume Tevere erano piene di gente, si presentarono allegri in volto e gioviali.
Per primo venne avanti Pisone affiancato da Plancina con un seguito di donne; diretti verso la loro Domus, addobbata a festa e posta vicino il Foro Romano, facendo divampare lo sdegno dei cittadini ancor più esacerbato dagli eventi luttuosi.

Su pressione popolare si decise di svolgere un processo pubblico direttamente nella Curia, dove i senatori Vitellio e Veranio rappresentarono l'accusa contro i coniugi Pisone.
Cneo Calpurnio fu trovato morto a pochi giorni dal processo e le cronache ci narrano che si uccise per non sopportare la punizione; la  sua morte rimase però avvolta nel mistero. 
L'ex console venne trovato con una larga ferita alla gola e una spada al  fianco: per quanto la verità non fu mai accertata, si giunse a sospettare che  la morte fosse stata provocata da Lucio Elio Seiano (*27) su segreto ordine dell'Imperatore Tiberio. 

Tuttavia il processo andò avanti e l'accusata principale divenne Plancina,  affermando che fu lei che  aveva tolto di mezzo Germanico con sortilegi e con il veleno, compiendo inoltre  sacrifici ed empie immolazioni. Durante il processo Plancina  venne a sapere che in virtù delle segrete passioni dell'Augusta lei stessa aveva ottenuto il perdono e in Senato, discostandosi dalla memoria del defunto marito,  cominciò a separare le sue responsabilità e la sua difesa da quella di lui.
Nel dibattito il Console in carica Aurelio Cotta (*28) propose severe punizioni, con la confisca dei beni per la famiglia di Pisone compresi i figli ma, al tempo stesso, che fosse concessa l'immunità a Plancina grazie all'intercessione dell'Augusta. Alla fine del dibattito Tiberio, nelle vesti di giudice supremo e arbitro, fu enormemente indulgente verso tutti gli accusati commissionando pene meno severe poiché, nell'intimità, si vergognava dell'assoluzione piena per Plancina.


Imperatore Tiberio, busto in marmo bianco, I era dell'epoca cristiana.

Dopo la morte di Livia Drusilla, avvenuta nel 28, Tiberio decise di riaprire il processo.
Per ironia della sorte la rovina e la morte di Agrippina (*29) nel 33 d.C. trasse con se anche Plancina: le due donne che in precedenza furono acerrime rivali, nell'ultimo frangente della loro vita risultarono entrambe vittime; sembra che Plancina si suicidò, sapendo di non poter più contare sulla protezione dell'Augusta Livia morta pochi anni prima e, quindi, di non avere la benchè minima possibilità di ottenere un assoluzione come quella del precedente processo.

Note

*1) Cioè Lucio Munazio Planco, nome che fu dato anche a suo padre, nonno e suo bisnonno, cosi riporta l'iscrizione nel Mausoleo di Capo d'orlando presso Gaeta.
*2)  Anno 13 d.C.
*3) Nacque negli ultimi anni del I secolo a.C. e morì nel 33 d.C.
*4) Lucio Munazio Planco.
*5) Carica che ricoprì, nel 7 a.C. con il futuro Imperatore Tiberio.
*6) Con la “damnatio” paterna cambierà il nome in Lucio.
*7) Su tutti Tacito negli Annales.
*8) Druso Giulio Cesare Maior e l'adottato Nerone Claudio Druso, conosciuto con il nome di Germanico.
*9) Nata nel 58 a.C. e deceduta nel 29 d.C.
*10) Gaio Ottaviano Cesare Augusto.
*11) Nomenclatura che veniva data agli Imperatori durante il periodo Imperiale.
*12) Vipsania Agrippina Maior, nata nel 14 a.C.morta nel 33 d.C. figlia di Agrippa e Giulia, unica prole di Ottaviano.
*13) Carica che lo eleggeva de facto a governatore della Provincia di Siria.
*14) Agrippina Maior e Germanico.
*15) Agrippina.
*16) Germanico e Pisone.
*17) Collocata nella Siria Settentrionale, città fondata dal Re Antigono Monoftalmo nel III secolo a.C.
*18) Germanico adottato da Tiberio.
*19) Capitale della Provincia della Siria.
*20) Germanico figlio di Druso Maior e Antonia.
*21) Cneo Senzio console nel 41 d.C. assieme all'Imperatore Caligola.
Quando Caligola venne assassinato egli fece un discorso in Senato con il quale salutò il ritorno della libertà, invitando i suoi colleghi senatori a preservarla.
*22) Conosciuto come Mitridate VI del Ponto, nato nel 132 a.C. morto e nel 63, grande rivale della Repubblica romana.
*23) Nata con il Regno di Tolomeo Sotere nel 305 a.C. e terminata nel 30 a.C. con il Regno di Cleopatra.
*24) Cleopatra VII nata il 70/69 e morta nel 30 a.C.
*25) Santuario attivo tra il IV secolo a.C. e il VI secolo d.C. attestato in zona Parioli, Roma.
*26) Mausoleo di Augusto a Roma.
*27) Seiano nacque nel 20/19 a.C. e morì nel 31 d.C. Fu Prefetto del Pretorio, amico e confidente di Tiberio.
*28) Marco Aurelio Cotta Massimo Messalino console nel 20 d.C., proconsole d'Asia tra il 35 e il 36 d.C.
*29) Morta nell'esilio forzato sull'isola di Ventotene, a causa delle trame ordite dal Praefectus del Pretorio Seiano e dell'inimicizia guadagnatosi verso l'Imperatore Tiberio.

Bibliografia

-Rudolf Hanslik, Munatius 44. In: Realencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, vol.XVI 1 (1933), col.556-557.

Munatia Plancina, in Der Neue Pauly, vol.7 (1999), col.468.

-Publio Cornelio Tacito, Annales, libro  II capitolo XLIII, 3,  LV, 6,  LVII, 63,  LXXI, 1,  LXXIV, 2,  LXXXII, 1,  libro III, capitolo IX, 2,  XIII, 2,  XV, 2,  XVII, 4,  XVIII, 2,  libro VI, capitolo XXVI, 3.

-Lucio Cassio Dione, Storia Romana, libro LVII, capitolo 18,19, Libro LVIII, capitolo 22.

-Marco Velleio Petercolo, Storia Romana, libro II, capitolo 83.

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