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L'Ascesa di Adriano

A cura del dott. Stefano Del Priore.


ANTE DIEM SECVNDVM IDVS AVGVSTAS 

11 agosto del 117 d.C., Antiochia 

Publio Elio Adriano venne acclamato Imperatore dall’esercito, essendo pervenuta la notizia della morte di Traiano, avvenuta tre giorni prima; prudentemente scrisse una lettera al Senato, chiedendone conferma e dichiarando di esser stato costretto ad accettare, giurando di voler governare per il bene dell’Impero: “Il principe appartiene allo stato e non lo stato al principe.” Il Senato si adeguò a tale decisione e ne ratificò la nomina.
Per lungo tempo si è ritenuto che l’elezione di Adriano a Imperatore, designata seguendo le volontà di un morente Traiano, fosse stata una messinscena confezionata ad arte da Pompeia Plotina in quanto l’adozione di Adriano, da parte di Traiano, non mai avvenne mai ufficialmente, con la presentazione in Senato.
Recenti scoperte, però, attesterebbero l’utilizzo del titolo di Cæsar, da parte di Adriano, in un periodo oscillante tra il 114 e il 117, rendendo quindi meno ombrosa la sua ascesa al soglio imperiale. 

Scrisse di lui Elio Sparziano, suo biografo tardo-antico, nell’Historia Augusta: 

“Nella poesia e nelle lettere Adriano era profondamente interessato. In aritmetica, geometria e pittura era molto esperto. Della sua conoscenza del modo di suonare il flauto e cantare, si vantava persino in pubblico. Corse all'eccesso nella gratificazione dei suoi desideri e scrisse molti versi sugli argomenti che suscitavano la sua passione. Compose anche poesie d'amore. Era anche un intenditore di armi, possedeva una conoscenza approfondita dell’arte della guerra e sapeva come maneggiare le armi dei gladiatori. Era, nella stessa persona, austero e geniale, dignitoso e giocoso, temporeggiatore e rapido nell'agire, astuto e generoso, ingannevole e schietto, crudele e misericordioso, e sempre in ogni caso mutevole.” 

Fonti Bibliografiche

Elio Sparziano, Historia Augusta, I-XXVII


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