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La vestale Cossinia.

a cura di Christian Doddi.

In concomitanza con la riapertura dell’area archeologica riqualificata del sepolcreto della Vestale Cossinia, ArcheoTibur presenta un articolo alternativo, in stile FAQ(Frequently Asked Questions), per far conoscere al lettore la Sacerdotessa romana e sensibilizzarlo alla salvaguardia e al rispetto del complesso monumentale. L’idea FAQ nasce dalla necessità di dare al lettore, per quanto sia possibile, risposte alle domande più frequenti che vengono poste riguardo la Vestale. Si precisa che in Archeologia non tutto è certo e che, nel caso specifico di Cossinia, le domande aperte rimangono ancora molte.

Aureo di Giulia Domna.

Quando fu trovata la tomba di Cossinia?
Nel 1929, lungo la riva destra del fiume Aniene, un cedimento del terreno riportò alla luce un cippo marmoreo poggiante su cinque gradini a piramide. Venne nominato direttore di scavo l’archeologo Gioacchino Mancini, che dovette provvedere alla messa in sicurezza e alla salvaguardia dell’area con opere di ingegneria atte a rinforzare le pareti scoscese del terreno franato. Sulla faccia principale del cippo appariva una ghirlanda con al centro incise le lettere V V COSSINIAE L F, e al di sotto della stessa le parole L COSSINIVS ELECTVS; incise sul lato opposto vi erano l'iscrizione VNDECIES SENIS QVOD VESTAE PAVIT ANNIS HIC SITA VIRGO MANV POPVLI DELATA QVIESCIT L D S C; e lateralmente le facce presentavano elementi decorativi funerari. Inoltre, in parte sovrapposta, fu trovata un’altra tomba, priva di cippo, ma con dei resti umani ed un corredo funerario.

Chi era Cossinia e perché è così importante?
Virgini Vestali Cossiniae Luci Filiae, Vergine Vestale Cossinia Figlia di Lucio, questa la traduzione delle parole principali. Segue Lucio Cossinius Electus. La traduzione di VNDECIES SENIS QVOD VESTAE PAVIT ANNIS HIC SITA VIRGO MANV POPVLI DELATA QVIESCIT LOCUS DATUS SENATUS CONSULTO è: Qui giace, trasportata a braccia dal popolo, la vergine, dopo che ebbe servito per 66 anni Vesta. Il luogo è stato concesso per decreto del Senato. Queste dediche ci indicano che Cossinia fu una Sacerdotessa di Vesta per ben 66 anni e amata così tanto dai Tiburtini da essere stata “portata a braccia” dal popolo stesso. Lo stile delle decorazioni del cippo fanno datare la sepoltura all’inizio del I sec. d. C. e l’assenza del cognomen a fianco al gentilizio (pratica utilizzata a partire dalla seconda metà del I sec. d. C.), fa ipotizzare che Cossinia visse a cavallo tra la fine del I sec. a. C. e l’inizio del I sec. d. C.. L’importanza è data dall’unicità del ritrovamento. Difatti una tomba di una Vestale fu trovata per la prima ed unica volta proprio nel 1929 a Tivoli, ovviamente la tomba che stiamo trattando.

I resti ed il corredo funerario riesumati nella seconda sepoltura, sono della Vestale?
Prima di rispondere a questa domanda, vanno fatte delle precisazioni riguardo alle due tombe. Il Mancini, preso dalla voglia di trovare i resti della Vestale, scavò non solo al di sotto della prima tomba, ma estese le ricerche tutt’intorno all’area così da trovare anche la seconda sepoltura con il corredo e il corpo di un defunto. Il corredo, oggi custodito a Palazzo Massimo alle Terme (Roma), comprendeva una bambola di avorio con decorazioni in oro, un bauletto in resina contenente oggetti del defunto ed una moneta d’oro. Inizialmente il Mancini credette che il corpo riesumato apparteneva a Cossinia. Questa idea viene smontata successivamente studiando il corredo e la persona ritrovata. La bambola d’avorio, che tutt’ora viene attribuita erroneamente a Cossinia, presenta un’acconciatura tipica del II-III sec. d. C.

A consolidare il periodo d’appartenenza, è la moneta, un Aureo di Giulia Domna, Imperatrice romana moglie di Settimio Severo vissuta tra il 170 e il 217 d. C. Avendo prima analizzato il cippo marmoreo che riporta il nome di Cossinia, vi è una discrepanza cronologica tra le due tombe. Inoltre, il corpo, risulta essere di una ragazza di giovanissima età, mentre dalle incisioni, dove si legge “66 anni a servizio di Vesta”, Cossinia doveva avere un’età compresa tra i 72 e i 76 anni circa. Altro elemento particolare è la sovrapposizione parziale della tomba della ragazza su quella di Cossinia, particolare che ci indica che tra le due sepolture vi è passato del tempo e che quello della Vestale è sicuramente precedente. Ragionando con i dati raccolti si può giungere a conclusione che il corpo ritrovato apparteneva ad una giovane vissuta in età Severiana, mentre per quanto riguarda la Vestale, il corpo non è ancora stato trovato.

Il luogo di sepoltura odierno coincide con il luogo del ritrovamento?
No, per mettere a riparo i monumenti dal fiume Aniene, vennero spostati qualche metro più in alto rispetto al luogo originale del ritrovamento. Questo spostamento, seppur giustificabile, viene ritenuto sbagliato e non ben motivato. “Cercare di salvaguardare il rudere dall’erosione del Fiume è sbagliato?” In risposta a questa domanda vi sono studi e considerazioni recenti che con l'aiuto di analisi approfondite hanno dimostrato che, anche durante le piene più abbondanti, il fiume non ha mai raggiunto il sepolcro. Inoltre la moralità e l’etica artistico-archeologica ci impongono, se non per motivi estremi, di non spostare un monumento dal luogo originale.

Perché le tombe sono state posizionate in riva al fiume?
In antichità le necropoli venivano collocate, per motivi di igiene e rispetto verso i defunti, fuori dalle mura urbane. Capitava spesso che le sepolture venivano situate lungo le strade extraurbane, come nel caso di Cossinia. Prima della deviazione del fiume da parte di Papa Gregorio XVI, l'Aniene correva più in basso rispetto ad oggi e le tombe risultavano lontane dal corso d’acqua. La riva destra del fiume, che va dal cosiddetto Ponte dei Sepolcri fino all’incirca all’altezza dell’odierna stazione ferroviaria, era zona sepolcrale. Questo sepolcreto correva lungo l’antico tratto della via Tiburtina. Con la costruzione del palazzo Enel (oggi INPS) lungo la via Tiburtina, l’area sepolcrale non risulta più visibile.

Perché l’articolo, oltre che a divulgare conoscenza, dovrebbe sensibilizzare il lettore?
Purtroppo l’area d’ubicazione odierna delle Tombe è stata per molti anni vittima di degrado che ha contribuito, insieme ad atti vandalici di ogni tipo e all'erosione naturale dovuta agli agenti atmosferici e al tempo trascorso, al decadimento del monumento. Ogni monumento, costruzione e opera antica, andrebbe salvaguardata e rispettata. Gli atti vandalici fatti a monumenti antichi o ad altro, sono considerati fuori legge, perciò con questo articolo ArcheoTibur vuole sensibilizzare il lettore ed educarlo al rispetto delle opere antiche che la moralità impone. Apprendere il rispetto verso la nostra città è un obbligo morale. Inoltre, perché ledere un monumento unico al mondo, come quello della Vestale, invece di trarne beneficio dallo stesso?

Fonti bibliografiche:

- Il complesso monumentale detto già di Cossinia Vestale di Tivoli, Franco Sciarretta, Tiburis Artistica ed. Tivoli 2017.

- Il culto delle Vestali a Tivoli, Gioacchino Mancini, Atti e Memorie della Società Tiburtina, 1961.

- Cossinia e la bambola, Il popolo di Roma, Maria Bellonci, 1929.

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