Benvenuti nel sito ufficiale dell'A.P.S. ArcheoTibur di Tivoli (RM).NUOVO ANNALES VOL. III ANNO IV DISPONIBILE

I Larentalia

 


"Il ritrovamento di Romolo e Remo", Andrea Lucatelli, tra il 1720 e il 1740; olio su tela, Musei Capitolini, Roma.



A cura del dott. Stefano Del Priore



L'istituzione dei Larentalia, celebrati il 23 dicembre, affonda le radici nel mito: al tempo di Anco Marcio (quarto Rex di Roma, ultimo di origine sabina, appartenente alla Gens Marcia, 675–616 a.C.), l'Aeditus del Fanum Herculis era particolarmente annoiato e propose al Dio di sfidarlo, mettendo in palio per il vincitore un ricco pasto e una bella ragazza. L'Aeditus giocò impiegando una mano per sè e l'altra per il Dio e, perdendo, corrispose la posta concordata: collocò sull'altare il pasto sacrificale e rinchiuse nella cella del tempio la più famosa e avvenente tra le cortigiane dell'epoca, la celebre Acca Larentina (o Larentia). Subitaneamente una fiamma divampò dall'altare consumando il cibo e la donna, attraverso l'incubatio, ebbe una visione d'oniromanzia in cui il Ercole, giacendo con lei, le avrebbe rivelato che il primo uomo incontrato sul suo cammino il giorno seguente le avrebbe porto il piccolo dono previsto. Il mattino successivo, infatti, uscendo dal tempio ella incontrò un giovane (o un anziano, a seconda delle fonti) ricchissimo che s'innamorò perdutamente di lei e decise di sposarla, lasciandole al momento della morte un'eredità gargantuesca. Acca Larentina, a sua volta, fece dono al popolo romano di questo lascito, consistente soprattutto in enormi appezzamenti di terreno: le genti di Romolo, in segno di ricoscenza, iniziarono a sacrificare in suo onore sulla sua tomba posta al Velabro, ogni 23 dicembre, per mano dei Flamines Quirinalis. Varrone (De Lingua Latina) riferendosi a una Divinità di nome Larunda si riferisce molto probabilmente a Larentia presso la cui tomba, il 23 dicembre, veniva offerto un sacrificio: l'identità di questa figura ci è fondamentalmente ignota, seppur la geolocalizzazione del sacrificio e il suo inquadramento temporale ci fanno immediatamente collegare tutto ciò all'eroina Acca Larenti(n)a protagonista di due leggende: una, più antica, analizzata in precedenza, la seconda più recente, invece, quale nutrice dei Gemelli Divini Romolo e Remo, moglie del pastore Faustolo. In ambedue le narrazioni, ognuna avente il proprio topos utile a un scopo ben preciso, la protagonista è una mortale e da ciò possiamo agilmente concludere che i Larentalia possedevano carattere di celebrazione commemorativa e funebre simile a una parentatio. 



FONTI BIBLIOGRAFICHE:

- Marco Terenzio Varrone, De Lingua Latina;