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Giorgio Petrocchi. Ricordo di un dantista del nostro tempo

A cura della dott. ssa Ottavia Domenici



Nel festeggiare quest’oggi il «Dantedì», vale a dire la giornata nazionale istituita dal Consiglio dei Ministri per celebrare non solo in Italia ma in tutto il mondo il genio della letteratura nonché il padre della lingua italiana Dante Alighieri, nel giorno in cui secondo gli studiosi intraprese il suo viaggio nell’aldilà, cogliamo l’occasione per rendere omaggio a un uomo, un esimio studioso, critico e giornalista, nonché un nostro concittadino, ovvero Giorgio Petrocchi. 



Nato a Tivoli il 13 agosto del 1921 da Giuseppe Petrocchi e Valeria Vanni, avvia i suoi primi studi accademici nel campo della giurisprudenza, facoltà in cui si laurea con una tesi in storia del diritto italiano nel 1942 presso l’ateneo romano de “La Sapienza”. Dal 1947 si vede impegnato in qualità di bibliotecario presso la veneranda Biblioteca Angelica almeno fino al 1955 anno in cui si trasferisce a Messina dove ottiene la cattedra di letteratura italiana, ruolo quello dell’insegnante che porterà sempre avanti con dedizione ed entusiasmo una volta tornato a Roma, nel 1961, presso la facoltà di magistero. Nella capitale diviene membro dell’Accademia della Tuscia, nel 1975, mentre nel 1983 viene insignito del titolo di socio nazionale dell’Accademia dei Lincei.

Diventa ben presto anche collaboratore dell'Istituto della Enciclopedia Italiana ed in particolar modo redattore capo dell’Enciclopedia Dantesca (1970), svolgendo con passione ed impegno un’assidua attività di ricerca storica e filologica. Nel 1971 viene nominato Direttore del Magistero “Maria Ss. Assunta” di Roma contribuendo alla successiva trasformazione dell’Istituto in "Libera Università Maria SS. Assunta" (oggi LUMSA). A partire dagli anni Ottanta affianca alla professione universitaria e all’attività scientifica quella di giornalista, con numerosi interventi su testate quali Il tempo, Il Gazzettino, l’Avvenire e L’Osservatore Romano, solo per citarne alcune. In qualità di erudito ed egregio conoscitore della storia dedica gran parte della sua vita allo studio del patrimonio letterario italiano, dal Duecento fino ad arrivare alle porte del Novecento. Si occupa di autori come Masuccio Salernitano, Pietro Aretino e Torquato Tasso; attento alle letture dei classici, come Orazio e Virgilio, è allo stesso modo attratto da scrittori quali Foscolo, Manzoni, Leopardi e Carducci a cui rivolge importanti studi e a cui dedica numerosi saggi. Animato da una profonda fede cristiana si accosta anche ad autori che sente particolarmente affini alla sua spiritualità, come lo stesso Manzoni, o a personaggi come San Francesco
Il nucleo più significativo della sua ricerca però è legato agli studi danteschi a cui dedica ininterrottamente gran parte della sua attività letteraria. Nel 1957 gli viene affidato il compito dalla Società Dantesca Italiana di redigere un’edizione critica della Commedia che realizza a partire dalla tradizione manoscritta anteriore a Giovanni Boccaccio, analizzando con rigore filologico circa trenta manoscritti. 



Con l’opera Itinerari Danteschi (1969) Petrocchi offre al lettore una «guida» per la comprensione dell’opera in cui raccoglie studi preparatori dell'edizione e altri di esegesi, di storia e di ascesi dantesca. Completano l’opera di Giorgio Petrocchi dantista altri scritti quali Politica e letteratura nella vita giovanile di Dante (1974) e Vita di Dante (1983). La morte improvvisa, avvenuta a Roma il 7 febbraio del 1989, arresta un importante progetto del Petrocchi ovvero quello di una lettura radiofonica e televisiva della Commedia. 



Quello che emerge oggi è il profilo di un uomo paziente, attento, scrupoloso qualità che egli mescola ed integra saggiamente con la diligenza ed il rigore proprie di un uomo di cultura. Studioso e lettore appassionato ha ripercorso con zelo circa otto secoli di storia della letteratura italiana, curando in qualità di filologo numerose edizioni critiche, prima fra tutte ricordiamo quella dedicata al Sommo Poeta. Con la sua instancabile attività scientifica e giornalistica ha reso onore in tutto il mondo alla nostra città la quale ha deciso di intitolare, il 19 ottobre del 2019, all’illustre tiburtino una strada, via Giorgio Petrocchi, nel tratto di strada che sale da largo Saragat fino a via Rosario Romeo. 


Bibliografia e Sitografia


-Enciclopedia Dantesca (1970);



- Enciclopedia Italiana - IV Appendice – (1979);



-Enciclopedia Italiana - V Appendice - (1994);



-Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 82 (2015):

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